Un riassunto dell’ultimo anno

8760264040_d70aa81cf5_oÈ passato quasi un anno dall’ultima volta che ho aggiornato il blog e, nel frattempo, sono successe un po’ di cose.

Ho cambiato casa, sono andata a vivere con il mio ragazzo e, per tre mesi dopo il trasferimento, non ho scritto nulla. Mi sono dovuta ricreare un angolo adatto alla scrittura, che ormai si trova in pianta stabile sul divano.
Non riesco a scrivere a letto, alla scrivania e nemmeno al tavolo della cucina. Il divano è il posto giusto.

La stesura di LEDE è ancora in corso e ormai so per certo che mancherò la scadenza che mi ero prefissata di circa Continue reading →

Il luogo ideale

luogoBuona domenica a tutti e ben ritrovati!
Con oggi si conclude la pausa estiva di Cogito Ergo Leggo.
In questi giorni, mentre ero in vacanza, ho leggiucchiato un po’ di saggi e romanzi arretrati, oltre a una raccolta fotografica di Salgado, in omaggio ai coltivatori di caffè, di cui vi parlerò in un altro post.
Inoltre, ho cercato di scrivere un capitolo di LEDE su cui sono arenata da un paio di settimane. Qualche riga sono riuscita a buttarla giù ma, una volta tornata a casa, ho cestinato tutto e sono ripartita da capo.
Mi sono così messa a riflettere sui luoghi in cui scrivo e leggo di solito, accorgendomi che ci sono luoghi adatti per queste azioni e altri che, invece, non lo sono. Continue reading →

3 buoni motivi per documentarsi

libraryIn genere, uno dei consigli che si dà in narrativa è scrivi di ciò che sai.
Diciamo che è la soluzione più comoda, che esclude il lavoro di documentazione necessario ad acquisire conoscenze che non si possiedono.
Se volessi scrivere la storia di uno sviluppatore JAVA che vive in Brianza non avrei bisogno di informarmi sulle tecniche di programmazione o sulla geografia della Brianza. Sono conoscenze che già possiedo.
Diverso sarebbe il caso in cui io decidessi di scrivere una storia ambientata nella foresta pluviale amazzonica. Non ci sono mai stata e non so quali siano le problematiche del viverci in mezzo, quindi avrei necessariamente bisogno di documentarmi.
Per coloro che sono restii a un buon lavoro di documentazione prescrittura, ecco tre buoni motivi per cui è necessario documentarsi. Continue reading →

Scrivere scene “forti”

5268559005_86539b1164_oOggi vorrei parlare di un tema che mi sta particolarmente a cuore e che fin troppo spesso ha limitato e limita la mia scrittura: l’imbarazzo.
Partendo dal presupposto che un giorno qualcuno leggerà ciò che scrivo, mi viene naturale chiedermi: ma cosa penserà il lettore?
Questa piccola subdola domanda mi fa ogni volta cancellare interi paragrafi. Continue reading →

Liebster Award

Liebster-AwardIl post di oggi non era in programma e si è fatto largo nel calendario editoriale all’improvviso.
In sostanza, Cogito Ergo Leggo è stato nominato per il Liebster Blog Award.
Prima di iniziare, vi fornisco una piccola spiegazione, per chi ancora non sapesse di cosa si tratta:
“Il Liebster Blog Award è una sorta di riconoscimento che i blogger conferiscono ad altri blogger con un numero di followers inferiore ai 200 ed è stato istituito nel 2011.”
Se siete interessati ad avere maggiori informazioni, vi rimando Continue reading →

Gli obiettivi dello scrittore

8613969965_e757955118_oLa scorsa settimana ho parlato degli obiettivi che i personaggi perseguono in una storia.
Come anticipato, si trattava di un articolo parte di una miniserie di due.
Fissati quelli che sono gli obiettivi dei nostri personaggi, rimane da chiedersi: qual è il fine della storia? Perché scriviamo? Cosa vogliamo ottenere?
Gli obiettivi dello scrittore sono importanti tanto quanto quelli dei suoi personaggi. Continue reading →

Gli obiettivi dei personaggi

archery7865159650_12d17679a5_oQuando si tratta di scrivere una storia, penso che uno degli elementi più importanti sia l’evidenza di un obiettivo.
Non tanto di un obiettivo della storia in sé, di cui tratterò nel post della prossima settimana, quanto di un obiettivo a cui i personaggi tendono attraverso le loro azioni.
Prima di iniziare a scrivere, è fondamentale avere chiaro dove si vuole andare a parare e non solo per quanto riguarda il finale. Continue reading →

Sogno o son desto?

24332562831_3c28f0d29e_oAl liceo avevo una compagna di classe che faceva sogni particolarmente lunghi e dettagliati e ogni giorno ci raccontava le sue mirabolanti avventure oniriche causando, nella maggior parte dei casi, una sonnolenza di massa.
Avendo sperimentato sulla mia pelle che a nessuno frega di cosa sognano gli altri, mi trattengo dal narrare con dovizia di particolari i miei sogni notturni.
Non riesco a farne a meno solo nel caso dei sogni lucidi, ovvero quando mi accorgo o intuisco di stare sognando e posso prendere possesso del sogno o, eventualmente, decidere di svegliarmi.
Se decido di svegliarmi, in genere, faccio dei test di realtà per scongiurare il rischio di falsi risvegli.
Un test di realtà è una prova che metto in atto nel sogno per capire se sto effettivamente sognando o se sono già sveglia. L’ultima volta che è accaduto, per quanto nel sogno tutti mi dicessero che si trattava della realtà, il mio ragazzo era alla guida della mia auto, cosa che non accadrebbe mai nella realtà. Accertatami che fosse un sogno, ho fatto il possibile per svegliarmi davvero.
Anche i personaggi sognano e trovo che sia molto interessante conoscerne il mondo onirico, seppur con le dovute limitazioni. Continue reading →

Background e temperamento

temperamento-SteinerQuando ho parlato dei modi per descrivere un personaggio, ho sottolineato come in un romanzo fosse inutile soffermarsi sui dettagli riguardanti il passato di tal personaggio a meno che tali informazioni non avessero una rilevanza fondamentale per lo sviluppo della storia.
Questo è vero, non è detto che al lettore interessino sbrodolate di pagine e pagine sull’infanzia del protagonista però, premesso che questo post non vuole in alcun modo essere un trattato di psicologia, è fondamentale che l’autore sia al corrente del background e del temperamento del suo personaggio. Continue reading →

Scaletta: sì o no?

21662402799_2d241ea199_oUno degli eterni dibattiti in narrativa è l’utilità della scaletta.
Quando iniziate a scrivere un romanzo, si presuppone che sappiate di cosa volete trattare o almeno in che genere volete collocarvi. Anche se decidete di scrivere narrativa mainstream, avete dei canoni a cui attenervi, non potete parlare di elefanti rosa volanti e sperare che il lettore non ne rimanga quantomeno sconcertato.
Quindi, condizione necessaria ma non sufficiente per scrivere un romanzo è un’idea iniziale che possa essere sviluppata in un consistente numero di pagine.
Fissato questo punto cardine, scaletta sì o no?
Secondo me ci sono pro e contro nell’utilizzo di una scaletta e ognuno deve trovare il metodo che gli è più congeniale. Continue reading →