Il destino della guerriera – Laura Novelli

Penso che il genere storico sia uno dei più complicati da scrivere.

Lo “svarione” è sempre dietro l’angolo, il lavoro di documentazione è lungo, spesso complicato, e non è semplice calarsi in una mentalità diversa da quella odierna.

Per questo motivo, pur essendo un genere che amo, capita di rado che io mi immerga tra le pagine di un buon romanzo storico. Peraltro, di solito, mi affido sempre ai soliti autori, che ben conosco, quali Ken Follett e Manfredi.

In occasione della fiera “Libri in piazza” di Rivoli, ho però avuto l’occasione di conoscere Laura Novelli. Mi ha presentato il suo romanzo, mi ha parlato delle sue passioni, tra le quali figura anche la scherma storica, e quindi come potevo non leggere “Il destino della guerriera”?

È un romanzo breve, che si legge in poche ore, ma in cui la ricerca e l’attenzione al dettaglio traspaiono da ogni pagina.
Il mostrato è sempre preciso e puntuale, soprattutto nei duelli di spada.
Molto curate sono le ambientazioni e la precisione geografica dei luoghi in cui è ambientata la vicenda.

Lynn è una protagonista interessante, determinata, una vera guerriera, ma non per questo priva di un lato più umano.
Anche Dragan, il coprotagonista maschile, è un personaggio ben caratterizzato e sfaccettato, in grado di evolversi e crescere con il progredire della narrazione.

L’amazzone fu colpita dal tono della sua voce: dalle sue parole trapelava una comprensione di cui non riusciva a capacitarsi. Ma subito si diede della stupida: il gargarense la detestava e il sentimento – stabilì Lynn – era reciproco.


La relazione tra i due si dipana gradualmente tra le pagine, l’attrazione è palpabile, così come evidente è la reticenza di Lynn e Dragan, imposta dalle loro convinzioni e dalla loro cultura.
Ben descritte le scene erotiche. Si prendono il loro tempo e il loro spazio, senza sovrastare l’aspetto storico che rimane centrale nel romanzo.
Ciò che ho più apprezzato è proprio il fatto che la componente romance non prende mai il sopravvento sulle questioni militari e politiche.

L’unico appunto che mi sento di fare è che mi sarebbe piaciuto trovare una maggior attenzione all’impaginazione (mancano i numeri di pagina), alla formattazione (manca l’indentazione a ogni inizio paragrafo) e alla punteggiatura (l’uso dei due punti è talvolta ridondante).
Non si tratta di errori, sono sottigliezze che nulla tolgono alla bellezza della storia, ma che contribuiscono a dare valore aggiunto al romanzo.

In conclusione, si tratta di un romanzo storico che consiglio agli appassionati del genere e agli amanti di protagoniste forti e ben caratterizzate.
È una lettura piacevole, scorrevole e coinvolgente, che merita senz’altro di essere conosciuta.

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