Autobiobibliografia (prima parte)

14761772451_9284ea404d_oHo deciso di partecipare anch’io al meme “autobiobibliografia” lanciato da Ivano Landi.
Il meme prevede di elencare i cento libri che più mi hanno influenzata nel corso della mia vita, nel bene o nel male.

In tutta onestà, non sono riuscita a trovare cento titoli che mi abbiano lasciato qualcosa di così prezioso o importante da comparire in questa lista.
In totale, ne ho individuati 34 e sono certa che, col tempo, riempirò i buchi mancanti. Tra una ventina d’anni, magari.
Non sono stata in grado di fare un semplice elenco di libri. Sono troppo legata a queste opere perché io possa passare oltre senza spendere almeno un paio di parole per ciascuna di esse, quindi ho deciso di spezzare l’autobiobibliografia in due.
Vi lascio alla prima parte.

  1. Miti greci
    Ricordo quando, alle medie, amavo immergermi nei libri di mitologia greca in cui venivano presentate le storie di Re Mida, Eco e Narciso, Efesto, Orfeo ed Euridice e tanti tanti altri. Non mi piaceva molto leggere ma le raccolte di miti facevano un’eccezione.
  2. Baudelaire, Charles, I fiori del male
    Ho letto “i fiori del male” per scrivere la mia tesina di maturità. Ricordo di essere stata catturata da quest’opera leggendo i versi finali dell’ultimo componimento del ciclo degli Spleen:
    Et de longs corbillards, sans tambours ni musique,
    Défilent lentement dans mon âme; l’Espoir,
    Vaincu, pleure, et l’Angoisse atroce, despotique,
    Sur mon crâne incliné plante son drapeau noir.

    Raggelante e affascinante al tempo stesso.
  3. Bradbury, Ray, Fahrenheit 451
    Letto solo di recente e consigliatomi dalla mia professoressa di inglese del liceo anni fa. Narra la storia di un pompiere, Montag, in un futuro distopico in cui i pompieri appiccano gli incendi, distruggendo libri e carta stampata con un lanciafiamme. Le informazioni vengono divulgate dalla televisione, su maxi-schermi che invadono le case, occupando intere pareti.
    Oltre al tema della cultura che fa riflettere e rende liberi, ho apprezzato la conclusione, centrata sull’importanza del ricordo che viene tramandato ai posteri. Quando non rimane più nulla, esiste ancora la memoria.
  4. Brooks, Terry, L’unicorno nero
    Ho letto tanti libri di genere fantasy ma senza sapere che erano “fantasy”, quindi possiamo dire che questa è stata la mia prima lettura fantasy consapevole. Si tratta del secondo libro del ciclo di Landover e l’ho letto prima del volume uno, “il magico regno di Landover”. Che fine aveva fatto il volume uno? Mia mamma lo aveva dato in prestito e da allora non l’ha più rivisto.
  5. Calvino, Italo, Il visconte dimezzato
    Si è trattato di una lettura scolastica estiva, quindi l’approccio iniziale è stato dei peggiori. Con lo svolgersi della storia, però, mi sono ritrovata un po’ a divertirmi e un po’ a dispiacermi per questo uomo diviso in due. Nessuna delle due metà era completa senza l’altra. Il bene senza il male e il male senza il bene erano dannosi in egual misura.
  6. Dickens, Charles, Tempi difficili
    Si tratta di un romanzo di critica sociale scritto nel pieno dell’epoca vittoriana.
    Non ricordo la trama nei dettagli, è passato troppo tempo da che l’ho letto. Mi ricordo, però, di Sissy, la figlia di un domatore di cavalli del circo, l’unica a ottenere il lieto fine in una storia che di allegro ha molto poco. In una società in cui i “Fatti” hanno importanza assoluta al fine di crescere dei bambini dotati di ragione, Sissy è l’unica a conservare fino all’ultimo quella fantasia e quella capacità di immaginare che le consentono di vivere una vita felice senza reprimere i suoi veri sentimenti.
  7. Ducret, Diane, Le donne dei dittatori
    È un saggio che ho letto per la caratterizzazione di un personaggio di una mia storia. Volevo capire la psiche delle donne che sono rimaste al fianco dei grandi dittatori della storia, alcune delle quali si sono spinte fino al suicidio insieme all’amato. Ci sono testimonianze dirette, frammenti di lettere che delineano un ritratto delle donne dell’epoca e non solo delle amanti “ufficiali”. Molte di quelle lettere sono scritte da semplici ammiratrici.
  8. Esopo, Favole
    Me le leggeva mio papà quando ero piccola, prima di andare a dormire. Avevo un libro che ne raccoglieva una trentina e ricordo ancora molte delle morali. Ovviamente il legame affettivo è indissolubile.
  9. Follett, Ken, I pilastri della terra
    La storia si svolge in un contesto storico medievale ben definito e arricchito da numerosi dettagli (talvolta anche troppi, alcune pagine di approfondimenti architettonici potevano essere tagliate senza che il romanzo ne risentisse). Porto questo libro con me perché mi ha insegnato a prestare attenzione al contesto sociale e politico in cui si svolge una storia, differenziando atteggiamenti e pensieri dei personaggi in relazione al ceto sociale e all’istruzione ricevuta.
  10. Fowles, John, La donna del tenente francese
    Mi è piaciuto per la ricostruzione accurata delle contraddizioni dell’epoca vittoriana, incentrata in particolare sulla figura della donna e sul concetto di respectability, traducibile, in italiano, in una sorta di perbenismo di facciata accompagnato dall’ossessivo rispetto dei valori morali senza possibilità di redenzione per chi trasgredisce.
    Da un punto di vista narrativo, è interessante come l’autore si inserisca di frequente nella storia fino a decidere, attraverso il lancio di una moneta, l’ordine in cui racconterà i tre finali.
    Una considerazione che fa nel testo (capitolo 13) e che mi è rimasta impressa a fuoco riguarda l’esistenza dei personaggi: “a planned world is a dead world (a world that fully reveals its planning). It’s only when our characters and events begin to disobey us that they begin to live.”
  11. Foscolo, Ugo, I sepolcri
    Con “i sepolcri” ho un legame affettivo più che un reale amore per l’opera in sé, anche se ho comunque apprezzato numerose idee contenute nel testo.
    Riporterò dei passaggi riassunti dal mio professore di italiano del liceo, Angelo Ottolini, per facilitare la lettura agli studenti. Sono frammenti che ancora conservo nel mio diario e che rileggo di tanto in tanto:
    “[…] quel bisogno psichico profondo che spinge ogni vivo a immaginare se stesso da morto, ancora presente nel compianto degli amici. Il rapporto amico – estinto è un’illusione […] ma l’illusione è anche realtà poiché nella coscienza dell’amico l’estinto sopravvive effettivamente”
    “le tombe degli uomini grandi non hanno soltanto un valore affettivo, ma suscitano in chi abbia a sua volta un animo grande il desiderio di emulazione che spinge a tentare imprese eccellenti nel campo del pensiero, dell’arte o dell’azione patriottica”.
  12. Galimberti, Umberto, L’ospite inquietante
    A prescindere da tutte le polemiche di plagio che hanno coinvolto questo autore, io giudico il testo che ho letto. Ho trovato che fosse una lettura interessante. L’ospite inquietante altro non è che il nichilismo giovanile, una sensazione di noia e angoscia, l’assenza di un obiettivo da raggiungere e la volontà di dare una scossa all’esistenza. Questi fattori, uniti all’incapacità di stabilire una comunicazione sana con le proprie emozioni, portano a compiere gesti irrazionali e letali.
  13. Gnone, Elisabetta, Fairy Oak
    È una saga fantasy per bambini molto dolce e ben sviluppata che cattura fin dalle prime pagine. Ricordo come, ogni anno, attendevo con impazienza il giorno di Natale per ricevere in regalo il nuovo volume. Nonostante sia passato del tempo dall’ultima lettura, conservo un ricordo piacevole e la voglia di ricominciare da capo.
  14. Golding, William, Il signore delle mosche
    Il meme prevedeva di elencare i libri che mi hanno lasciato qualcosa, nel bene o nel male. Questo libro ricade nel “male”. Non mi è piaciuto e non mi ha coinvolta. Sebbene io ricordi alla perfezione più della metà dei personaggi, non mi sono affezionata a nessuno di loro. Che vivessero o morissero, non m’importava. Ho provato giusto un filo di dispiacere alla morte di uno solo di essi (non riporto il nome, per chi non avesse letto la storia). Nonostante lo scarso apprezzamento, l’opera mi è rimasta impressa e la ricordo nel dettaglio, dalla fondazione al degenero fisiologico della società creatasi sull’isola. Forse anche la capacità di lasciare traccia di sé, a prescindere dall’apprezzamento soggettivo, rende un libro “bello” agli occhi del lettore (o almeno dei miei).
  15. Haddon, Mark, Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte
    Non sono un’amante dei gialli, ma questo libro fa un’eccezione, per quanto io non lo consideri un giallo tradizionale. La storia è narrata dal punto di vista di un bambino affetto da sindrome di Asperger, una forma di autismo ad alta funzionalità, e il “caso da risolvere”, in realtà, è scoprire chi ha ucciso il cane della vicina con un forcone.
  16. Hardy, Thomas, Tess dei d’Urbervilles
    Scritto verso la fine dell’epoca vittoriana, è incentrato sulla figura di Tess. Le tematiche sono analoghe a quelle trattate ne’ “la donna del tenente francese”, al punto 10, con l’aggiunta di un forte simbolismo che non ho ritrovato nel romanzo di Fowles, a partire dal canto del gallo fino alla drammatica conclusione tra le pietre di Stonehenge.
  17. Hayet, Armand, Vita e costumi a bordo dei grandi velieri
    Di questo libro ne ho già parlato in un altro articolo disponibile sul blog.

7 Comments

  1. Ciao Chiara,
    dopo il tuo post mi sono fermata a riflettere su quali libri annoverare fra le opere per me importanti, che hanno accompagnato la mia crescita e la mia formazione, e il viaggio nella memoria mi ha riportato momenti intensi e poetici di vita vissuta legati alla lettura.

    In principio c’era mia nonna paterna…
    con lei ho passato i lunghi pomeriggi invernali in casa ad ascoltarla leggermi le storie di Edmondo de Amicis e i suoi personaggi dal libro Cuore. Mi rivedo, bambina attenta, guardarla commuoversi mentre narrava quelle storie di fanciulli piene di eroismo e spirito di sacrificio.
    Adesso, che lei non è più con me, la ritrovo viva e intensa come allora nelle pagine del libro riposto nella libreria a casa dei miei genitori.

    Poi eccomi adolescente, sull’erba vicino alla chiesa di San Giacomo in Val di Scalve con la mia amica Cinzia…
    Leggevamo libri su libri e ci scambiavamo impressioni e pensieri sbocconcellando panini e frutta fresca sedute all’ombra sull’erba della collina vicino al torrente e con i rintocchi delle campane di San Giacomo che scandivano le nostre ore.
    Lì ho conosciuto e amato:
    Marguerite Duras Il Marinaio di Gibilterra, L’amante, Occhi Blu e capelli neri
    Isabel Allende La casa degli spiriti, Eva luna, Il piano infinito, Paula, La città delle bestie
    Kafka Il processo, La metamorfosi
    Hermann Hesse Siddharta
    Thomas Mann La morte a Venezia
    Wilbur Smith Un’aquila nel cielo, Sulla rotta degli squali
    Marcela Serrano Antigua vita mia, L’albergo delle donne tristi, Nostra signora della solitudine, Quel che c’è nel mio cuore
    Leo Buscaglia Vivere Amare e capirsi
    Pirandello Il fu Mattia Pascal, Uno nessuno e centomila, Così è se vi pare
    Adesso anche Cinzia non fa più parte delle mie giornate… le nostre strade si sono divise. La vita ha scelto per noi: lei è rimasta in Val di Scalve fulminata dall’amore per un falegname montagnino e io sono rientrata nella metropoli con tante ore di viaggio fra noi… Ma il prendere fra le mani i libri condivisi riporta intatto il bel tempo trascorso in sua compagnia e mi strappa inevitabilmente un sorriso.

    E infine adulta, con meno tempo da dedicare alla lettura 😦 , presa da famiglia, figli e lavoro ma sempre lettrice appassionata e divorante…
    Leggere è parte di me: generi letterari i più diversi, che siano saggi, sociologia, romanzi, thriller, gialli, poesie, biografie, romanzi storici, libri illustrati e fumetti, fantasy…
    Tempo ritagliato e ore notturne rubate al sonno e dedicate al grande piacere per la mia mente e il mio cuore: che dire di più, W la lettura! 🙂 :)

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    1. Ciao Mary,
      si dice che leggere storie ai bambini li porti ad amare la lettura da grandi. Tu sei un esempio di quanto questo sia vero. Inoltre, dimostri come la lettura non sia affatto un’attività solitaria che conduce all’isolamento. Dalle tue parole comprendo quanto ti piacesse condividere le tue letture e un po’ mi dispiace di non aver vissuto la stessa esperienza.
      Dai libri che hai elencato, vedo che non condividiamo molte letture, noto però che anche a te piacciono molto fumetti e libri illustrati 🙂

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  2. Sei troppo giovane per fare un elenco di 100 romanzi. Io stessa ho fatto una faticaccia. Le letture più importanti, devono ancora arrivare!
    Comunque i romanzi che hai citato sono interessanti, mostrano una comunione fra classico e moderno. Ma la tua lista si rimpolperà con il tempo, vedrai. E forse qualcuno di questi passerà in secondo piano. 🙂

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    1. Sono d’accordo, elencare 100 libri adesso sarebbe una follia.
      Sono sicura che tra vent’anni alcuni libri che ora per me sono importanti verranno scalzati da altri.
      E tra quarant’anni? Mi sa che per allora, con la speranza di arrivarci, rileggerò questa lista e mi divertirò a vedere come è cambiata 🙂

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