Alice portava un bracciale d’oro al polso, a ricordarle il suo nome. Non sapeva se fosse davvero suo ma, quando si era risvegliata, se lo era trovato appoggiato sul petto e aveva deciso di indossarlo. Era graffiato e un po’ ammaccato ma era il suo tesoro più prezioso. Era l’ultima traccia di una vita passata che era convinta di aver vissuto e che era svanita insieme ai suoi ricordi.
Si trovava lì da novecentoquarantatre giorni. Contava a mente nella speranza di mantenersi lucida. Non aveva necessità di apporre segni. Se fosse stata privata di nuovo della memoria, i graffi sulla parete non gliel’avrebbero certo restituita. Continue reading →